Lo Stalking e il Corteggiamento Pressante: Quando l’Insistenza Diventa Reato

Pubblicato il 5 febbraio 2025 alle ore 11:41

Il fenomeno dello stalking, disciplinato dall’art. 612-bis c.p., si configura in presenza di una condotta persecutoria tale da ingenerare nella vittima un grave stato di ansia o paura, un fondato timore per la propria incolumità o da costringerla ad alterare significativamente le proprie abitudini di vita. Uno degli ambiti più delicati di applicazione della norma riguarda i casi in cui un corteggiamento insistente e invasivo superi il limite della lecita espressione di interesse e si trasformi in una condotta penalmente rilevante.

L'Avv. Daniele Golini spiega quando il corteggiamento pressante può sfociare nel reato di stalking

Il Corteggiamento Invasivo e la Configurabilità del Reato di Stalking

La Corte di Cassazione ha più volte affrontato il tema della differenza tra un comportamento insistente, ma ancora lecito, e una condotta che assume i connotati del reato di stalking. La giurisprudenza ritiene che l’invio reiterato di messaggi, le telefonate incessanti, gli appostamenti e altri comportamenti invasivi possano integrare la fattispecie criminosa quando determinano un’alterazione della qualità di vita della vittima.

Nella recente sentenza Cass. Pen., Sez. V, 30 gennaio 2025, N. 3875, la Suprema Corte ha ribadito che il corteggiamento insistente e non gradito può tradursi in atti persecutori qualora:

  • La vittima abbia espresso in modo chiaro il proprio rifiuto alle attenzioni dell’agente;
  • La condotta dell’imputato si sia manifestata attraverso un’incessante pressione psicologica, con messaggi e contatti fisici indesiderati;
  • Le azioni abbiano determinato uno stato di ansia persistente o la necessità di modificare le proprie abitudini per evitare incontri indesiderati.

In tale occasione, la Cassazione ha chiarito che non assume rilievo il fatto che alcuni messaggi non siano stati letti dalla vittima perché intercettati da filtri automatici o ricevuti su un’utenza telefonica diversa: la condotta persecutoria deve essere valutata nella sua interezza e in relazione alla percezione della vittima.

Elementi Distintivi tra Corteggiamento e Stalking

Non ogni comportamento insistente può essere considerato penalmente rilevante. La giurisprudenza ha elaborato alcuni criteri distintivi per distinguere un corteggiamento insistente dallo stalking:

  • La durata e la frequenza della condotta: un episodio isolato, per quanto sgradito, non integra il reato, mentre una ripetizione ossessiva nel tempo può assumerne i connotati.
  • La reazione della vittima: se l’atteggiamento invasivo provoca ansia, paura o costringe la vittima a modificare la propria routine, il comportamento diventa penalmente rilevante.
  • La volontà dell’agente: se l’autore della condotta è consapevole del disagio arrecato e continua nella propria insistenza, si configura l’elemento soggettivo richiesto dal reato di stalking.

Altri Orientamenti Giurisprudenziali

Oltre alla pronuncia citata, altre sentenze hanno affermato principi simili:

  • Cass. Pen., Sez. V, N. 43042/2019: ha ritenuto che il ripetuto invio di regali, messaggi e tentativi di incontro non autorizzati costituisca una forma di pressione psicologica idonea a configurare il reato di atti persecutori.
  • Cass. en., Sez. V, N. 11945/2021: ha sancito che, anche in assenza di minacce esplicite, la reiterazione insistente di contatti indesiderati può integrare lo stalking se la vittima vive in uno stato di ansia e paura.

Conclusioni

Il confine tra corteggiamento e stalking è sottile e deve essere valutato alla luce delle circostanze concrete di ciascun caso.

Mentre il primo rappresenta una normale espressione della socialità umana, il secondo si configura quando l’insistenza diventa persecutoria, violando la libertà e la serenità della vittima.

La giurisprudenza ha chiarito che la reiterazione di contatti indesiderati, specie se associata a elementi invasivi come appostamenti e pressioni psicologiche, può trasformare un tentativo di seduzione in una condotta penalmente rilevante, con gravi conseguenze per l’autore del reato.

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